Translate

martedì 17 ottobre 2023

Contro la coranofobia

Dati gli eventi recenti, in questi giorni assisteremo alla solita ondata di islamofobia ed arabofobia. Non mi soffermerò qui sui soliti copioni che si accompagnano agli scenari geopolitici, su cui ci sarebbe da discutere a partire dalla domanda cui prodest, a chi giovano. In quanto studioso del Corano, e primariamente contro la coranofobia, voglio solo elencare delle linee guida per porsi rispetto alle forze oscure (e oscurantiste) che vorrebbero fare del Corano un libro proibito, da non leggere e porre all'indice.

1. Il Corano è una cosa, la tradizione islamica un'altra.
2. Come tutte le culture, quella islamica ha le sue tante anime e le sue devianze. Queste sono sempre in qualche modo collegate al seguire pedissequamente la Sunna, corpus di testi diversi dal Corano, e alla sua applicazione decontestualizzata. Ciò non deve inficiare l'utilità della Sunna, ma stabilire che in questo rapporto causa-effetto la prima è data dal come ci si pone rispetto ad essa.
3. Chi studia il Corano, e specialmente chi vi ricerca qualcosa di universale, non deve per forza riconoscersi in una delle forme tradizionali dell'islam codificate.
4. L'islam tradizionale, che io definisco tecnicamente esclusivista o "a contenitore", ha una forma diversa da quello moderno, che assume sempre più la funzione di "polo d'attrazione", e ancor più da quella della rete, che secondo i miei calcoli* è contemporaneamente la forma di islam in nuce nel Corano e quella definitiva.
5. Per tutta una serie di fattori, i media e le istituzioni occidentali tendono a porre l'attenzione sulle forme deviate dell'islam tradizionale. Ciò non toglie il fatto che tali siano, e che l'islam tradizionale sia in sé una forma da superare tanto quanto quello moderno, come non toglie il fatto che per rimanere obiettivi occorra neutralizzare tutte queste influenze.
6. La missione ultima del Corano è la Pace: interiore, sociale, globale e universale. Comunque la vogliano girare le suddette forze oscure, le istituzioni, i media, gli islamofobi, gli arabofobi, i musulmani esclusivisti che gli danno manforte, quelli modernisti che si trovano interdetti perché ancora legati in modo sacrale (e non storiografico) alla Sunna, e quant'altro.
7. Assalāmu ʿalaykum / Pace e bene.

* https://alessiopinna.altervista.org/libri/manuale.html > paragrafo 5.2

Parte delle mia collezione di traduzioni in italiano.

giovedì 28 settembre 2023

L'antico interesse del Vaticano per il Corano

 Non è particolarmente noto, perché per primi i diretti interessati non fanno niente per pubblicizzare la cosa, che il Vaticano possiede una delle più importanti collezioni al mondo di testi arabo-islamici antichi, fra cui numerosi manoscritti del Corano. Tale collezione si chiama Vaticani Arabi (abbreviata con la sigla Vat. Ar.) e a questo indirizzo 👉 https://digi.vatlib.it/mss/Vat.ar è possibile visionare alcuni dei suoi documenti digitalizzati.

 Non è di facile consultazione, ma solo scorrendo la pagina si può capire la mole di reperti che conserva. Dato che questi sono stati raccolti in svariati secoli, ciò dimostra anche l'interesse che il vertice della Chiesa cattolica ha da tempo per la questione islamica.

 Non ne sono altro che dei timidi palesamenti le affermazioni contenute nella dichiarazione conciliare Nostra Aetate¹ (secondo cui la Chiesa stima, primi fra tutti i fedeli delle religioni non-cristiane, "i musulmani che adorano l'unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra") o nel recente Documento sulla Fratellanza Umana² (un cui passo parla della "nostra fede comune in Dio").

¹ https://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_decl_19651028_nostra-aetate_it.html

² https://www.vatican.va/content/francesco/it/travels/2019/outside/documents/papa-francesco_20190204_documento-fratellanza-umana.html

 La prima sura e l'inizio della seconda in un manoscritto persiano del Corano, datato al XVI secolo e conservato presso i suddetti archivi del Vaticano.

giovedì 21 settembre 2023

Vademecum per vagliare autonomamente la questione del "miracolo scientifico", ovvero gli OOPArt, del Corano

Premessa: le pragmatiche direttive che seguiranno presuppongono l'assimilazione (o almeno la successiva consultazione) dei concetti riportati nel mio manuale di connessione, e riassunti in particolare nel paragrafo 2.4, dove spiego la differenza fra "miracolosità" e scientificità del Corano. Il suddetto paragrafo è visionabile anche come singolo paper attraverso questo link: Metafisicità e scientificità del Corano.


lunedì 18 settembre 2023

Corano e pluralità dei mondi abitati

 A differenza di altri testi sacri, il Corano non è antropocentrico né strutturalmente geocentrico, perché unicamente e rigorosamente teocentrico. Dell'Uomo dice solo che è stato costituito come reggente sulla Terra, non sull'intero Universo (2:30), il cui sovrano rimane Dio (2:255). Questo dio, principio supremo inarrivabile, inconcepibile, universale, non è tale solo per l'Uomo ma per tutte le creature (13:15). È vero, l'Uomo è messo all'apice della catena alimentare (2:65) ma solo su questo pianeta (7:10). Si specifica poi che è stato fatto primeggiare su altre creature, non su tutte (17:40), il che lascia aperto il confronto con altre creature su altri pianeti.
 Il Corano è ugualmente specifico: si presenta come LA guida per gli uomini (43:44) come anche per i jinn, ex-angeli ormai considerati terrestri, (71:1-2) e quindi come LA guida per la Terra¹. Gli angeli sono sostanzialmente esclusi da questo schema, non essendo considerati terrestri né extraterrestri bensì gli intermediari che hanno reso possibile la costituzione della guida (53:26).
Oltre a questa limitazione spaziale c'è anche quella temporale, per cui la posizione in cui si trova l'Uomo sulla Terra è comunque passibile di cambiamento, a partire dallo stesso ruolo di vicario:

Se volessimo² trarremmo angeli da voi ed essi vi sostituirebbero sulla Terra. (43:60)

 Come per molti altri elementi che si stanno pian piano scoprendo, anche su questo - sostanzialmente la teoria della pluralità dei mondi abitati - il Corano è teoricamente compatibile con la scienza moderna³. 
Tuttavia, la stragrande maggioranza dei musulmani, seguendo pedissequamente vetuste dottrine tradizionali che non si discostano tanto da quelle dei cugini abramitici, tardano a riconoscere e valorizzare questa come altre peculiarità di quello che dovrebbe essere il loro principale testo sacro. Si rifanno ancora ad interpretazioni elaborate in tempi definibili prescientifici, mentre su questo il Corano dà più risposte adesso di allora.
 In definitiva, la lentezza con cui si stanno rivelando le molte eccezionalità del Corano è dovuta in gran parte ad un preciso fenomeno storico: la chiusura, durante il Medioevo europeo ovvero l'Epoca d'oro islamica, della porta dell'interpretazione, per scassinare la quale rimando al mio manuale di connessione 👇

¹ Niente impedisce che il nocciolo dell'impianto del Corano sia lo stesso delle scritture precedenti (a cominciare dalle rivelazioni bibliche pre-manomissioni) come anche quello delle guide per altri pianeti (6:90).
² Probabile plurale maiestatico il cui soggetto è Dio. Non è da escludere il plurale semplice, per cui dovrebbero intendersi come soggetto gli angeli stessi, che in svariati passaggi (36:28-29; 6:6; 7:165; 11:58; etc) ricordano come abbiano già sterminato intere comunità in non meglio precisati tempi passati.
³ Per una spiegazione approfondita di questo fenomeno, che non è affatto il "miracolo" scientifico di cui parlano molti musulmani, rimando ancora al mio manuale 👆

Esemplificazione dell'ormai evidente ridicolaggine concettuale di qualsivoglia dottrina teologicamente antropocentrica e/o geocentrica (comprese le varianti islamiche "auree").

sabato 5 agosto 2023

Echi del mondo arabo-islamico in Sardegna II

 Nel complesso della basilica di S. Maria di Bonarcado, comprendente anche il santuario di N.S. di Bonacatu, è possibile ammirare la compresenza di diversi stili architettonici, quasi a voler raccontare la storia di questi luoghi e della Sardegna stessa. Tra di essi ce n'è uno molto particolare, e che compare qui per la prima volta nell'isola per poi diffondersi in lungo e in largo: lo stile cosiddetto arabeggiante.

 Questo è ben visibile negli archetti sotto gli spioventi e nelle lesene a soffietto. Chi fu ad apportare questi elementi tra il 1242 e il 1268, anni in cui si procedette all'ampliamento degli edifici, non è ancora del tutto chiaro. I molti studi che sono stati fatti* definiscono generalmente come “arabe” o “arabeggianti” le maestranze che lavorarono in quel cantiere e che poi si spostarono nell'isola lasciando i segni delle loro peculiari tecniche in tanti altri edifici: S. Lussorio di Fordongianus, S. Pantaleo di Dolianova, S. Gemiliano di Sestu, la chiesa di Villa S. Pietro, S. Barbara di Li Punti, S. Maria di Betlem di Sassari, S. Stefano di Monteleone e l'elenco potrebbe continuare.

 Molte ipotesi sono state fatte sull'origine di questi artigiani: alcuni studiosi sostengono che potrebbe trattarsi di #moriscos cioè musulmani convertiti provenienti dalla penisola iberica, altri specificano che potrebbero essere stati dei #mudéjares ovvero musulmani rimasti tali anche dopo la riconquista cristiana, altri ancora sono arrivati ad ipotizzare una qualche relazione con i Templari di ritorno dalla Terra Santa. Chi fossero forse non lo sapremo mai, e neanche che fine fecero dopo aver disseminato la Sardegna delle loro opere, ma quel che pare certo è che a Bonarcado fece con successo la sua prima comparsa questo stile poi riprodotto un po' in tutta l'isola.

* Fra i tanti autori che si sono occupati dell'argomento: Raffaello Delogu, Dionigi Scano, Roberto Coroneo, Renata Serra, Fabio Pinna, Gianfranco Pirodda, Massimo Rassu.

Tre dettagli del complesso in stile arabeggiante, fra lesene ed archetti.

sabato 1 luglio 2023

0.0. Errata corrige / Upgrade

La possibilità di compiere errori, e non intendo solo refusi, l'ho messa in conto fin da quando ho scelto di addentrarmi in questo sentiero.
- Manuale di connessione, pag.345.

L'apporto di questi emendamenti porta la versione 10.9 alla 11

Pag.24 - le parole chiave in grassetto “attualizzazione inversa” e “pseudoattualizzazione” sono riferite rispettivamente ai successivi flash 1.1.2 e 1.1.3 dello stesso paragrafo. Ciò era stato voluto per scoraggiare i tentativi precoci di ricerca dei flashforward (cfr. pag.4) ma voglio rivelare questo che è uno dei meccanismi del manuale (cfr. pag.20, nota 7) perché ad una successiva rilettura lo ritengo fin troppo sofisticato per l'inizio del percorso.

Pag.88 - sostituire “retrodatarlo” con “postdatarlo”.

Pag.93 - la traslitterazione del nome arabo di Michele che si trova oggi nel Medina Muṣhaf (come anche nello Shu'bah, nel Dūrī e nel Ṣūsī) è Mīkā'īl, ma sono comuni anche le forme Mīkā'il (come nel Warsh e nel Qalūn) e - come maggiormente in uso presso cristiani ed ebrei arabofoni e come riportato nella versione 10.9 - Mīkhā'īl. Da segnalare che nel versetto 43:77 c'è una scena dove i trapassati implorano un angelo con l'invocazione Yā mālik, e questo viene considerato da molti esegeti tradizionali come un altro nome proprio nonostante abbia il significato di 'padrone' e, fra l'altro, provenga dalla stessa radice di malak (ovvero 'angelo'). Sono nominati come angeli anche Hārūt e Mārūt (riportati a pag.191), ma dal passo sembra di capire che si tratti proprio di angeli caduti, divenuti jinn.

Pag.100 - nella nota 2 il numero di caratteri totali del muṣḥaf Ḥafṣ non è 411'048, come erroneamente riportato, ma 411'084, e i divisori primi sono correttamente riferiti a questo numero. Qualche jinn biricchino deve aver invertito le ultime due cifre!

Pag.106 - nella traduzione con nota 3 sostituire “suo perdono” con “Suo perdono”.

Pag.107 - sostituire l'intera citazione con nota 4 con la seguente e relativo calcolo, corredata di nota: 

Egli è Iddio [1° proposizione con soggetto esplicito], Colui all'infuori del Quale non v'è divinità [1° soggetto sottinteso + 1° proposizione subordinata negativa], il Conoscitore dell'invisibile e del palese [2° s. sottinteso]. Egli è il Misericordioso [2° s. esplicito], il Misericorde [3° s. sottinteso]. Egli è Iddio [3° s. esplicito], Colui all'infuori del Quale non v'è divinità [4° s. sottinteso + 2° prop. subordinata negativa], il Re [5° s. sottinteso], il Santo [6° s. sottinteso], il Pacificatore [7° s. sottinteso], il Fedele [8° s. sottinteso], il Custode [9° s. sottinteso], l'Onnipotente [10° s. sottinteso], l'Inarrestabile [11° s. sottinteso], il Supremo [12° s. sottinteso]. Spetta a Iddio la gloria [1° proposizione con soggetto diverso] sopra tutto ciò che idolatrano [3° prop. subordinata, 2° con soggetto diverso]. Egli è Iddio [4° s. esplicito], il Creatore [13° s. sottinteso], l'Iniziatore [14° s. sottinteso], il Plasmatore [15° s. sottinteso]. A Lui appartengono i nomi più belli [3° prop. con soggetto diverso], a Lui rende gloria ciò [4° prop. con soggetto diverso] che è nei cieli e sulla Terra [4° prop. subordinata, 5° con soggetto diverso] ed Egli è l'Onnipotente [5° s. esplicito], il Sapiente [16° s. sottinteso].

“Quindi, tra le frasi principali ne abbiamo 21 dove il soggetto è Egli ( Hūa), di cui 5 esplicitato e 16 sottinteso, più 3 con soggetto diverso da Dio. Tra le subordinate ne abbiamo 2 negative con lo stesso soggetto relativo, dove attraverso le preposizioni si dice ciò che Egli non è, più 2 con diverso soggetto. La seguente è la formula finale delle affermazioni su ciò che Dio è e non è: 5 + 16 - 2 = 19”.

Nota: “Corano 59:22-24. Le restanti proposizioni sono azioni nei confronti di Dio, con un rapporto di 3 a 1 per quelle corrette (venerarlo) rispetto all'unica errata (venerare altro), e una neutra che riguarda l'esistenza delle sue creature. Messe assieme, risultano 5 proposizioni, come 5 sono quelle con soggetto Hūa esplicito. Sono possibili anche altre rilevazioni, ma qui mi limito a queste”.

Pag.109 - le sette forme che prende la radice mīm-lām-kāf sono solo quelle sostantive. Inoltre la trascrizione della parola per 'angelo' secondo il testo coranico è malak (anche a pag.190), pur essendo molto comune la forma riportata, malāk, che significa anche 'proprietario'.

Pag.109 – la parola Qamar non si ripete 33 volte. Pur nella confusione generatasi in questo punto della raccolta dati, non è finita qui per caso: la relativa informazione omessa, da inserire subito dopo “per esempio”, era questa > “la parola Qamar, 'Luna', occorre 27 volte, e curiosamente il periodo sidereo (rivoluzione "reale" della Luna intorno alla Terra) è di 27 giorni”. Di seguito, riformulare  > “Oppure, si ripetono entrambe 33 volte la parola Shams, 'Sole', e la parola nūr, 'luce', ma solo nella sua forma senza pronomi attaccati. Come detto, ho riscontrato molte segnalazioni di quest'ultimo tipo, che costruiscono relazioni arbitrarie con evidente scopo di fare proselitismo: quel che interessa a chi crea queste rilevazioni posticce è dimostrare la natura divina del Corano, non della matematica cioè della scienza, per cui a volte ha una tale poca cura per la seconda che i conti sono messi assieme a forza. Non penso che ciò dipenda tanto dal fatto che costoro ignorino il metodo scientifico, quanto piuttosto dal fatto che mentono non sapendo di mentire”.

Pag.110 - sostituire “retrodatarlo” con “postdatarlo”. Suonerà giustificatorio, ma è come se stessi pensando "al contrario" rispetto al tempo della Rivelazione.

Pag.111 - nella traduzione riportata nella nota 2 sostituire “Leggi” con “Recita” e “uomo” con “Uomo”.

Pag.145 - nella traduzione con nota 4 sostituire “nostra potenza” con “Nostra potenza”.

Pag.146 - nella traduzione con nota 5 sostituire “nostra promessa” con “Nostra promessa”; nella traduzione con nota sostituire 6 “nostri messaggeri” con “Nostri messaggeri”, “suoi messaggeri” con “Suoi messaggeri” e l'aggettivo “eccelso” con “onnipotente”.

Pag.161 - sostituire anche qua “retrodatare” con “postdatare”.

Pag.184 - nella traduzione con nota 1 sostituire “suoi segni” con “Suoi segni”.

Pag.187 - nella nota 2, seconda frase, sostituire “dovrebbe indicare” con “potrebbe indicare”. N.B. dābbatin è il caso obliquo della parola dābbatun.

Pag.190 - nella traduzione con nota 2 sostituire “l'uomo” con “l'Uomo” e  “fiamma di un fuoco che non produce fumo” con “parte più pura del fuoco” (anche a pagina 193).

Pag.191 - nella traduzione con nota 4 sostituire “insegnavano nessuno” con “istruivano nessuno”.

Pag.192 - nella traduzione con nota 7 sostituire “mi servissero” con “Mi servissero”.

Pag.210 - il versetto citato nella nota 9 è il 42:29 e non il 29:42. Lo stesso versetto è riportato correttamente come 42:29 a pag.187.

Pag.263 - nella traduzione con nota 1 sostituire “mia grazia” con “Mia grazia” e “mi è piaciuto” con “Mi è piaciuto”. E spostare la data astrale al 2025.

Pag.264 - salām deriva dalla I forma e non dalla III.

Pag.275 – riformulare > Tecnicamente la dottrina islamica dice che il corretto dīn si deve a islāmīmān iḥsān, in cui gli ultimi due significano rispettivamente 'fede' e 'perfezione'.

Pag.283 - non è specificato che la radice semitica k-f-r ha a che fare primariamente col coprire e solo per estensione col negare (ovvero col coprire cioè rifiutare la verità).

Pag.331 - nella traduzione con nota 23 sostituire “per noi” con “per Noi” e “nostri sentieri” con “Nostri sentieri”.

Pag.334 - riformulare > "se non Dio - e gli uomini radicati nella conoscenza - diranno" (aggiungere cioè i trattini, anche nella relativa citazione).

Pag.348 - la nota da riferirsi alla traduzione del versetto sulla Madre del Libro riportato con nota 1 a pag.335 è la 3 e non la 1; la nota da riferirsi alla traduzione del versetto sulla Madre del Libro riportato con nota 2 a pag.337 è la 1 e non la 2; la nota  da riferirsi alla traduzione del versetto sulla Madre del Libro riportato con nota 3 a pag.339 è la 2 e non la 3.

Pag.364 – tawḥīd ancora più letteralmente significa 'rendere uno'.  

Pag.365 - والله أعلم

venerdì 16 giugno 2023

Manuale di connessione in stampa

È ora disponibile la versione cartacea del mio lavoro Corano, tecnologia e vita extraterrestre - Manuale di connessione. Si tratta della 10.9, con la quale considero terminata la fase beta iniziata nel 2001 con la pubblicazione della prima versione eBook, che mi è servita, oltre che per elaborare il prodotto finale, per saggiare le reazioni del pubblico. Ho aspettato di visionare le copie fisiche per dichiarare finiti anche gli ultimi test e iniziata la fase successiva: la distribuzione. Le stampe degli store di seguito sono le prime di cui mi sono assicurato la conformità della copia fisica, che a sua volta consiglio rispetto a quella digitale.

Amazon

IBS/Feltrinelli

P.S. Chi volesse può contattarmi attraverso questi link per avere una copia direttamente da me, e a coloro che hanno acquistato un versione ebook precedente alla 10.9, ovvero una versione beta il cui numero è segnalato nel colophon all'inizio, farò avere gratuitamente l'ultima.