Nel complesso della basilica di S. Maria di Bonarcado, comprendente anche il santuario di N.S. di Bonacatu, è possibile ammirare la compresenza di diversi stili architettonici, quasi a voler raccontare la storia di questi luoghi e della Sardegna stessa. Tra di essi ce n'è uno molto particolare, e che compare qui per la prima volta nell'isola per poi diffondersi in lungo e in largo: lo stile cosiddetto arabeggiante.
Questo è ben visibile negli archetti sotto gli spioventi e nelle lesene a soffietto. Chi fu ad apportare questi elementi tra il 1242 e il 1268, anni in cui si procedette all'ampliamento degli edifici, non è ancora del tutto chiaro. I molti studi che sono stati fatti* definiscono generalmente come “arabe” o “arabeggianti” le maestranze che lavorarono in quel cantiere e che poi si spostarono nell'isola lasciando i segni delle loro peculiari tecniche in tanti altri edifici: S. Lussorio di Fordongianus, S. Pantaleo di Dolianova, S. Gemiliano di Sestu, la chiesa di Villa S. Pietro, S. Barbara di Li Punti, S. Maria di Betlem di Sassari, S. Stefano di Monteleone e l'elenco potrebbe continuare.
Molte ipotesi sono state fatte sull'origine di questi artigiani: alcuni studiosi sostengono che potrebbe trattarsi di #moriscos cioè musulmani convertiti provenienti dalla penisola iberica, altri specificano che potrebbero essere stati dei #mudéjares ovvero musulmani rimasti tali anche dopo la riconquista cristiana, altri ancora sono arrivati ad ipotizzare una qualche relazione con i Templari di ritorno dalla Terra Santa. Chi fossero forse non lo sapremo mai, e neanche che fine fecero dopo aver disseminato la Sardegna delle loro opere, ma quel che pare certo è che a Bonarcado fece con successo la sua prima comparsa questo stile poi riprodotto un po' in tutta l'isola.
* Fra i tanti autori che si sono occupati dell'argomento: Raffaello Delogu, Dionigi Scano, Roberto Coroneo, Renata Serra, Fabio Pinna, Gianfranco Pirodda, Massimo Rassu.
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Tre dettagli del complesso in stile arabeggiante, fra lesene ed archetti. |