Non è particolarmente noto, perché per primi i diretti interessati non fanno niente per pubblicizzare la cosa, che il Vaticano possiede una delle più importanti collezioni al mondo di testi arabo-islamici antichi, fra cui numerosi manoscritti del Corano. Tale collezione si chiama Vaticani Arabi (abbreviata con la sigla Vat. Ar.) e a questo indirizzo 👉 https://digi.vatlib.it/mss/Vat.ar è possibile visionare alcuni dei suoi documenti digitalizzati.
Non è di facile consultazione, ma solo scorrendo la pagina si può capire la mole di reperti che conserva. Dato che questi sono stati raccolti in svariati secoli, ciò dimostra anche l'interesse che il vertice della Chiesa cattolica ha da tempo per la questione islamica.
Non ne sono altro che dei timidi palesamenti le affermazioni contenute nella dichiarazione conciliare Nostra Aetate¹ (secondo cui la Chiesa stima, primi fra tutti i fedeli delle religioni non-cristiane, "i musulmani che adorano l'unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra") o nel recente Documento sulla Fratellanza Umana² (un cui passo parla della "nostra fede comune in Dio").
![]() |
La prima sura e l'inizio della seconda in un manoscritto persiano del Corano, datato al XVI secolo e conservato presso i suddetti archivi del Vaticano. |