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mercoledì 1 maggio 2024

Ricorrenze nel testo coranico: la radice shīn-hā-rā

 La radice trilittera shīn-hā-rā (ش ه ر) è utilizzata nel Corano per generare il termine shahr (شهر), mese, che si riscontra in questa casistica: 12 volte come singolare, 2 volte come duale e 7 volte come plurale.

 Su quest'ultima forma sappiamo che il numero sette è utilizzato dalla simbologia coranica per indicare il concetto di infinito, e quindi la ripetizione indefinita, però è ancora più interessante notare che a sua volta questo plurale è espresso 6 volte come ashhur (أَشهر) e 1 sola volta come shuhūr (شهور). Il fatto che si ripeta 2 volte la forma duale shahrayn (شهرين), che è specifica per le coppie e che ovviamente non ha un corrispettivo nella lingua italiana, non necessita di particolare commento quanto alla corrispondenza, ed è piuttosto interessante raccogliere il suggerimento quanto alla duplicazione: aggiungendo il dato agli altri otteniamo la semplice operazione 2 x 6 x 1 = 12.

 Come detto sono 12 anche le ricorrenze della forma singolare del termine shahr (شهر), mese, e a questo proposito sappiamo che il Corano dà delle indicazioni molto precise.

Parti dei versetti 9:36 e 9:37 da un passo dal mio manuale in cui riporto alcuni dei dati utili alla composizione della formula coranica sulla relatività spazio-temporale > Corano, tecnologia e vita extraterrestre
  Oltre al parallelismo fra i 12 mesi singoli e i 12 ottenuti moltiplicando quelli multipli, con questi numeri si possono fare altre operazioni. Per esempio 12 : 6 : 2 : 1, ovvero 12 : 6 : 2 = 1. Sono significative perché sono significativi di per sé i numeri forniti dalle ricorrenze. Un risultato particolarmente interessante è un'ulteriore corrispondenza con il numero 144, trovato mettendo assieme vari dati forniti dal Corano fra cui proprio quello dei mesi (cfr. La Guida), che è il quadrato di 12 ovvero 12 x 6 x 2  x 1.
 Come sempre occorre ricordare che non si stanno ipotizzando "miracoli", né "coincidenze" dal sapore inconsapevolmente magico, quanto calcoli che, data la nutrita presenza, è altamente improbabile non siano stati pensati durante la redazione del Corano (cfr. Vademecum). Soprattutto, la cosa notevole è che questi computi si mostrano a volte, come in questo caso, incastrati fra loro, cosa che porta la necessaria capacità di calcolo ad un livello ancora più alto e difficilmente immaginabile per il VII secolo.