Trovo interessante il fatto che molti tradizionalisti parlino spesso di Grande Parodia della Tradizione (quella con la T maiuscola) ma non la identifichino ma in certa "rinnovata religiosità" del mondo ortodosso ex-sovietico. Il più delle volte cercano questa parodia nel detestato Occidente, che però non si presenta come tradizionale, anzi. Di rappresentazione si potrebbe parlare per chi crea nuovi modelli, ma non propriamente di parodia. Questa sarebbe attribuibile in modo più consono a chi riprende in modo aperto ma posticcio gli elementi della religiosità tradizionale. E dire che gli indizi per identificare la vera natura di certa enfasi religiosa non mancherebbero.
Nel 1937, con la "messa al bando della stessa idea di Dio" da parte di Stalin, la Chiesa Ortodossa Russa in patria diventa poco più che un'associazione culturale sotto controllo statale. Già Lenin, andato al potere nel 1917, provvide a mettere fuori legge le religioni e nel 1920 Tikhon, l'allora patriarca di Mosca, emise un decreto per invitare i fedeli a cercare protezione e guida altrove. Cosa che infatti avvenne, dalla Serbia al Nord America, con anche scismi interni. Nel 1939, sul territorio dell'Unione Sovietica rimanevano aperte non più di cento chiese parrocchiali e qualcosa come cinquecento sacerdoti. Poco più che un'associazione culturale, come si diceva. E sotto completo controllo statale.
La situazione si protrae migliorando gradualmente fino al 1988, quando il millesimo anniversario della Conversione della Rus' diventa l'evento che chiude la censura della religione nell'ormai prossima al collasso URSS.
Ora, la Chiesa Russa è stata ricostruita, scismi sono stati ricomposti, eccetera eccetera eccetera. Ci sta. Ma agli irreprensibili tradizionalisti non dovrebbe risultare indifferente l'anello debole nella "consegna" (questo il significato del verbo "tradere"). Non che si voglia negare la legittimità dell'attuale Chiesa Russa, ma da qua a farne il baluardo della Tradizione (sempre quella perfetta con la T maiuscola) ce ne dovrebbe passare.
Chissà i "tradizionalisti" su quanti altri elementi di questa rappresentazione sono disposti a soprassedere.