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sabato 11 novembre 2017

Schema dei rapporti fra le tre grandi religioni abramitiche

Sebbene io non sia un teologo ma un ricercatore nel campo degli studi sulle religioni, ho potuto constatare personalmente come anche a livello accademico e persino ecclesiastico (sic!) molti non abbiano le idee del tutto chiare o preferiscano sorvolare su un argomento divenuto scomodo, quello che per la prospettiva cristiana tradizionale era e rimane un punto cruciale: il rapporto di discontinuità fra giudaismo veterotestamentario, di cui il cristianesimo si ritiene legittimamente compimento, e quello successivo che per la dottrina cristiana è a tutti gli effetti e necessariamente un'altra religione a partire dai primi resoconti neotestamentari1. Questa posizione, oggi spesso definita come teologia della sostituzione o supersessionismo, non è altro che teologia cristiana classica, in crisi quanto la religione che un tempo esprimeva e che ora è in cerca di nuove vie di autoanalisi ancora prima che di espressione. 
Altrettanto ignorate sono la del tutto speculare – e altrettanto legittima – concezione che del cristianesimo ha il giudaismo post-veterotestamentario2 e la complementare posizione islamica che applicando una simile prospettiva di sostituzione sia al giudaismo che al cristianesimo completa il quadro delle religioni convenzionalmente definite come abramitiche (perlomeno delle tre più diffuse e per questo più rilevanti).
Ho quindi composto questa semplice schematizzazione che può risultare utile per chiarire un punto fondamentale senza il quale, tra l'altro, non può dirsi realmente compresa la prospettiva tradizionale cristiana, né quella giudaica, né quella islamica.
1 Mt 26:1-5, 27-24-25-; Gv 11:45-52; Col 2:16-23; 1Tm 1:3-7; Tt 1:10-15; Eb 8:4-13; etc.
2 Si vedano per esempio il trattato talmudico Abhodah Zarah, le opere di Maiomonide Mishneh Torah e Pirash Hamishnayot o lo Iore Dea compilato da Jacob ben Asher.

Legenda:
  • Ognuna delle religioni abramitiche parte da una base comune che classicamente identifica come propria; questa origine, necessaria, è però ancora insufficiente a caratterizzare definitivamente ogni percorso specifico e per questo è riportata in colore grigio cioè neutro;
  • a partire da questa origine con tratti comuni (cioè partendo dal giudaismo veterotestamentario per il cristianesimo, dalla sua stessa storia per il giudaismo contemporaneo, e da tutti i monoteismi pre-islamici sublimati nella figura di Abramo per l'islam), ogni religione segue il suo percorso evidenziato dal colore diverso, mentre gli altri, segnalati come obliterati e/o in nero, sono ritenuti delle deviazioni più o meno imperfette;
  • viene segnalato il testo sacro che designa specificatamente ognuna di queste prospettive: per il cristianesimo il Nuovo Testamento, il cui canone era stato certamente stabilito nel IV secolo d.C. come rilevabile dai resoconti del Concilio di Cartagine del 397; per il giudaismo post-veterotestamentario rabbinico, ovvero quello oggi del tutto maggioritario a differenza di quello non-talmudico chiamato caraita, il Talmud (in particolare quello babilonese), tradizione orale antica la cui fissazione e raccolta definitiva non è attestabile prima di un arco temporale che va dal V al VI secolo d.C.; per l'islam il Corano, la cui redazione definitiva è avvenuta durante il califfato di 'Uthman ibn 'Affan, terzo successore del profeta Maometto, cioè durante il VII secolo.
  • Gesù è considerato dall'islam come parte della sua tradizione (sebbene con dei caratteri leggermente diversi da quelli dei resoconti evangelici, a partire dal nome al-Masih 'Isa ibn Maryam con cui è frequentemente designato nella Rivelazione coranica) ma non essendo ancora la sua figura determinate quanto la predicazione di Maometto e la raccolta delle rivelazioni da lui ricevute che è il Corano (più le tradizioni che costituiscono la Sunna) è segnalata in colore grigio; nel giudaismo post-veterotestamentario quello che è generalmente conosciuto come Yeshua, Yeshu o Jesu, tradizionalmente ritenuto un falso messia o al limite un rabbino frainteso, risulta in pratica come un incidente di percorso, e per questo è riportato in nero e obliterato come il percorso alternativo che da lui è scaturito;
  • l'islam è ritenuto sia dal giudaismo post-veterotestamentario che dal cristianesimo come una deviazione di entrambi, avendo attinto da entrambi; tuttavia nella prospettiva giudaica classica, per le ragioni che vedremo in seguito, esiste tradizionalmente un certo grado di ammissibilità e per questo è rappresentato in nero ma non obliterato come il cristianesimo;
  • l'islam non è particolarmente interessato a fare distinzione fra giudaismo veterotestamentario e post-veterotestamentario né a stabilire delle preferenze fra questo e il cristianesimo, ritenendo di essere con la successiva e definitiva Rivelazione coranica il compimento di tutte le religioni monoteiste; tradizionalmente contempla a partire dal Corano stesso la coesistenza con queste3, e perciò gli altri percorsi non sono segnalati come obliterati, ma le interpretazioni vanno da quelle di certo sufismo per cui ogni religione è una diversa rifrazione della stessa luce divina a quelle più intransigenti dove si sottintende che esse verranno un giorno riassorbite dall'islam stesso.
3 Corano 2:62; 5:69; 22:17; 3:113-115; 57:27; etc.
N.B. Il riconoscimento delle diverse prospettive non deve in alcun modo implicare l'impossibilità di convergenze su temi comuni. Anzi, è solo partendo da qui che si può comprendere come sono cambiate le posizioni meno concilianti fra quelle tradizionali, e come potrebbero cambiare ancora.