Sebbene io non sia un teologo ma un ricercatore nel
campo degli studi sulle religioni, ho potuto constatare personalmente
come anche a livello accademico e persino ecclesiastico (sic!)
molti non abbiano le idee del tutto chiare o preferiscano sorvolare
su un argomento divenuto scomodo, quello che per la prospettiva
cristiana tradizionale era e rimane un punto cruciale: il rapporto di
discontinuità fra giudaismo veterotestamentario, di cui il
cristianesimo si ritiene legittimamente compimento, e quello
successivo che per la dottrina cristiana è a tutti gli effetti e
necessariamente un'altra religione a partire dai primi resoconti
neotestamentari.
Questa posizione, oggi spesso definita come teologia della
sostituzione o supersessionismo, non è altro che teologia cristiana
classica, in crisi quanto la religione che un tempo esprimeva e che
ora è in cerca di nuove vie di autoanalisi ancora prima che di
espressione.
Altrettanto ignorate sono la del tutto speculare –
e altrettanto legittima – concezione che del cristianesimo ha il
giudaismo post-veterotestamentario
e la complementare posizione islamica che applicando una simile
prospettiva di sostituzione sia al giudaismo che al cristianesimo
completa il quadro delle religioni convenzionalmente definite come
abramitiche (perlomeno delle tre più diffuse e per questo più
rilevanti).
Ho quindi composto questa semplice schematizzazione
che può risultare utile per chiarire un punto
fondamentale senza
il quale, tra l'altro, non può dirsi realmente compresa la
prospettiva tradizionale cristiana, né quella giudaica, né quella
islamica.
Si
vedano per esempio il trattato talmudico Abhodah Zarah,
le opere di Maiomonide Mishneh Torah
e Pirash Hamishnayot
o lo Iore Dea
compilato da Jacob ben Asher.
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Legenda:
Ognuna
delle religioni abramitiche parte da una base comune che
classicamente identifica come propria; questa origine, necessaria, è
però ancora insufficiente a caratterizzare definitivamente ogni
percorso specifico e per questo è riportata in colore grigio cioè
neutro;
a
partire da questa origine con tratti comuni (cioè partendo dal
giudaismo veterotestamentario per il cristianesimo, dalla sua stessa
storia per il giudaismo contemporaneo, e da tutti i monoteismi
pre-islamici sublimati nella figura di Abramo per l'islam), ogni
religione segue il suo percorso evidenziato dal colore diverso,
mentre gli altri, segnalati come obliterati e/o in nero, sono
ritenuti delle deviazioni più o meno imperfette;
viene
segnalato il testo sacro che designa specificatamente ognuna di
queste prospettive: per il cristianesimo il Nuovo Testamento, il cui
canone era stato certamente stabilito nel IV secolo d.C. come
rilevabile dai resoconti del Concilio di Cartagine del 397; per il
giudaismo post-veterotestamentario rabbinico, ovvero quello oggi del
tutto maggioritario a differenza di quello non-talmudico chiamato
caraita, il Talmud (in particolare quello babilonese), tradizione
orale antica la cui fissazione e raccolta definitiva non è
attestabile prima di un arco temporale che va dal V al VI secolo
d.C.; per l'islam il Corano, la cui redazione definitiva è avvenuta
durante il califfato di 'Uthman ibn 'Affan, terzo successore del
profeta Maometto, cioè durante il VII secolo.
Gesù è
considerato dall'islam come parte della sua tradizione (sebbene con
dei caratteri leggermente diversi da quelli dei resoconti
evangelici, a partire dal nome al-Masih 'Isa ibn Maryam con
cui è frequentemente designato nella Rivelazione coranica)
ma non essendo ancora la sua figura determinate quanto la
predicazione di Maometto e la raccolta delle rivelazioni da lui
ricevute che è il Corano (più le tradizioni che costituiscono la
Sunna) è segnalata in colore grigio; nel giudaismo
post-veterotestamentario quello che è generalmente conosciuto come
Yeshua, Yeshu o Jesu,
tradizionalmente ritenuto un falso messia o al limite un
rabbino frainteso, risulta in pratica come un incidente di percorso,
e per questo è riportato in nero e obliterato come il percorso
alternativo che da lui è scaturito;
l'islam
è ritenuto sia dal giudaismo post-veterotestamentario che dal
cristianesimo come una deviazione di entrambi, avendo attinto da
entrambi; tuttavia nella prospettiva giudaica classica, per le
ragioni che vedremo in seguito, esiste tradizionalmente un certo
grado di ammissibilità e per questo è rappresentato in nero ma non
obliterato come il cristianesimo;
l'islam
non è particolarmente interessato a fare distinzione fra giudaismo
veterotestamentario e post-veterotestamentario né a stabilire delle
preferenze fra questo e il cristianesimo, ritenendo di essere con la
successiva e definitiva Rivelazione coranica il compimento di tutte
le religioni monoteiste; tradizionalmente contempla a partire dal
Corano stesso la coesistenza con queste,
e perciò gli altri percorsi non sono segnalati come obliterati, ma
le interpretazioni vanno da quelle di certo sufismo per cui ogni
religione è una diversa rifrazione della stessa luce divina a
quelle più intransigenti dove si sottintende che esse verranno un
giorno riassorbite dall'islam stesso.
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N.B. Il
riconoscimento delle diverse prospettive non deve in alcun modo
implicare l'impossibilità di convergenze su temi comuni. Anzi, è
solo partendo da qui che si può comprendere come sono cambiate le posizioni meno
concilianti fra quelle tradizionali, e come potrebbero cambiare
ancora.