Nel mio manuale¹ ho riportato, fra le varie cose, alcune nuove rilevazioni matematiche sul testo coranico. Una delle più significative è la formula sulla relatività spazio-temporale²: i calcoli si basano su alcune cifre riportate nel Corano e sulla convenzione dei secondi in uso dai tempi dei sumero-babilonesi (86'400 in un giorno).
I numeri che fornisce il Corano sono:
- 50'000 dei nostri anni, che vengono comparati a un "giorno" (yawm) di ascesa nei cieli da parte degli angeli (malā'ika) e dello Spirito (rūḥ)³;
- la tempistica associata alla cosiddetta Notte del Destino (Laylat al-Qadr), ovvero il simbolo del tempo in cui gli angeli e lo Spirito, qualunque cosa essi siano, inversamente discendono sulla Terra per fissare la Rivelazione, e che viene enigmaticamente descritto come "migliore di 1'000 mesi"⁴;
- 12 mesi lunari, a cui si dice di non aggiungere intercalazioni.
I calcoli proseguono trovando che un "secondo angelico" corrisponde a 17'700'000 dei nostri. Aggiungendo quindi il dato di 354 giorni per anno lunare standard (12 mesi × 29,5 giorni che è la media esatta) e dividendo i "nostri secondi" per questa cifra si torna al 50'000 di partenza. Una qualunque cifra diversa nel computo non avrebbe portato allo stesso risultato, cosa che mi fa ritenere non casuali i numeri messi a disposizione dal Corano. Tanto più che sono riferiti entrambi a delle comparazioni e per giunta perfettamente speculari (una riguardo al giorno di ascesa di malā'ika e rūḥ e l'altra alla notte di discesa, sempre di malā'ika e rūḥ).
Tutto ciò è riportato nel mio manuale, insieme ad altre rilevazioni che si aggiungono a quelle già fatte da altri ricercatori. Ma la cifra su cui pongo l'attenzione qui è la prima che si ottiene con la proporzione suggerita: il tempo associato alla Notte del Destino, ovvero alla Rivelazione, risulta essere di 144 secondi "angelici".
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Estratto dal manuale, punto 2.5.9. Vi presento, in una forma romanzata che fa eccezione al resto del testo, come ho scoperto la formula. |
Ritroviamo questo numero, che di per sé ha già delle caratteristiche interessanti (è il quadrato di 12), nello stesso testo coranico: da una parte 144 è il numero di volte che compare, al singolare, duale e plurale, la parola Jannat, quella più usata per indicare il Paradiso, e dall'altra si ripete anch'esso 144 volte⁵ il verbo hadā (هدى), guidare. Con tempi e persone diverse, ma esattamente 144 volte. La "guida verso il Paradiso" ha quindi questa cifra impressa nelle sue ripetizioni.
Ora, cosa fa questa cifra nella formula se non guidare alla sua risoluzione? E cosa fa quest'ultima se non avvalorare la discesa dal cielo in Terra della Rivelazione, che a sua volta afferma di guidare il lettore dalla Terra in cielo? Anche solo figurativamente, suggerendo che questi numeri, incastri e ripetizioni, e tutti gli altri presenti nel Corano, non sono casuali ma forniscono delle chiavi di lettura del testo. Oltretutto il suddetto verbo hadā è posizionato in tre punti non trascurabili: 1 - nella prima sura, dopo una lode a Dio d'introduzione, costituisce la prima richiesta che viene fatta dai fedeli ("Guidaci sulla Retta Via", ovvero verso il Paradiso), ed è quindi la prima in assoluto di tutto il Corano; 2 - l'ultima volta che compare è nella sura 93, che è anche l'ultima di una serie di sure che si aprono chiamando in causa specularmente il giorno e la notte, qui nello specifico nel momento in cui diventano pieni ("Per la luce del mattino / Per l'oscurità quando si addensa"); 3 - è presente proprio nel passaggio che ha suggerito e conferma la presenza dei rapporti numerici, a partire dal più evidente ovvero quello basato sul 19, e anche qui si parla di angeli.
Questa rilevazione, che ritengo un'ulteriore conferma sulla decriptazione della formula, si aggiunge alle considerazioni già fatte e alle altre rilevazioni prodotte da quando si è potuto immettere il testo coranico in un calcolatore elettronico⁶. Ma, come sempre, chi vuole pensare che sia tutto frutto del caso continui a pensarlo, chi immagina che nel VII secolo fosse possibile porre in essere tutti questi incastri matematico-linguistici anche, e chi reputa tutto questo un "miracolo" pure. Io non penso né che sia un caso, né che ci fosse qualche sconosciuto gruppo di maghi all'opera, né che sia un "miracolo", bensì che potrebbe trattarsi di pura e semplice scienza. Dando credito all'unica fonte che può darci delle indicazioni attendibili in merito, ovvero lo stesso Corano, saremmo di fronte ad una scienza non solo più avanzata di quella del VII secolo, quando questo testo fu assemblato da non sappiamo ancora bene chi, ma anche di quella del tempo presente.
¹ https://alessiopinna.altervista.org/libri/manuale.html
² https://www.academia.edu/103468422/OOPart_coranici_ed_esointervento
³ Corano 70:4.
⁴ Corano 97.